Qual è l’origine dei fantasmi? Certo rispondere a questa domanda non è affatto facile. Da sempre (quantomeno da quando l’Uomo ha cominciato a porsi in maniera scettica di fronte alle superstizioni), schiere di individui hanno cercato di fornire risposte plausibili a questo e ad altri interrogativi dello stesso genere, con particolare riferimento a tutti quei fenomeni considerati dai più come “strani”, “inspiegabili” e per finire “paranormali”. Tradizionalmente le risposte si sono declinate in due differenti modi: il primo, più orientato all’esoterico, ha etichettato tali accadimenti al di fuori del campo esplicativo della scienza come genericamente “soprannaturali”. In opposizione, la schiera di studiosi critici che si sono cimentati in tale compito ha piuttosto messo in discussione l’adeguatezza dei mezzi e dei metodi scientifici impiegati per spiegare i fenomeni, cercando di produrre procedimenti innovativi, più adatti ed utili allo scopo. Ed è proprio in quest’ultima direzione che muove l’articolo apparso su New Scientist (30 Ottobre 2009) della giornalista Hazel Muir, che ha avuto l’incarico di indagare sugli “strani fenomeni” che si verificano nel castello di Muncaster (situato in Cumbria, regione all’estremo Nord-Ovest dell’Inghilterra). Il luogo in questione ha la fama di essere infestato dal fantasma di Tom Skelton, un giullare di corte del XVI secolo colpevole di omicidio, il cui ritratto è appeso appena fuori dalla stanza degli Arazzi occupata dalla giornalista.
Lo scopo del soggiorno è di chiarire le possibili cause delle insolite percezioni esperite dai visitatori del castello, partecipando alla spedizione di alcuni neuroscienziati da tempo impegnati in questo ambito. Una delle teorie più controverse proposte postula che le “apparizioni” di fantasmi possano essere causate dalla presenza di campi magnetici al di fuori della norma, in grado di provocare reazioni singolari nel cervello umano.
Questo tipo di spiegazione si inserisce nel solco della ricerca di tali campi magnetici anomali nei luoghi considerati come “infestati”, oltre a ciò, sono state prodotte in laboratorio situazioni analoghe, con risultati alterni (vedi ad esempio l’opera pioneristica di Michael Persinger, dell’Università Laurenziana dell’Ontario nel 1970 con il suo “Elmetto di Dio”). Uno dei ricercatori più attivi in questo senso è il capo-spedizione, il Dott. Jason Braithwaite che dichiara: “Queste strane esperienze sembrano essere parte del normale funzionamento del cervello (…) nessun modello di funzionamento cerebrale può considerarsi completo fintantoché non sia in grado di spiegarle”.
Servendosi di uno strumento molto sensibile (due magnetometri in grado di misurare campi molto deboli di 0,5 nanotesla per più di 250 volte al secondo in tre direzioni differenti), la spedizione ha individuato l’origine dei cambiamenti del campo magnetico nella stanza degli Arazzi. Esso è fortemente influenzato da una rete metallica che regge il materasso: quando gli occupanti si rigirano nel letto, il campo magnetico fluttua violentemente, producendo distorsioni profonde concentrate nella regione occupata dai cuscini per la testa.
Nel tentativo di riprodurre in laboratorio le strane sensazioni riportate dagli occupanti, Jason Braithwaite ed il suo collega Christopher French hanno costruito una stanza ad hoc sfruttando l’esperienza nello spaventare il prossimo accumulata da quest’ultimo.
La stanza ricostruita ha permesso di evidenziare come, attraverso un complesso sistema di infrasuoni e variazioni del campo magnetico, molti soggetti (circa il 90%) fossero inclini a sperimentare sensazioni inusuali, dal semplice “sentirsi staccati dal proprio corpo”, al sentire presenze fino ad arrivare al vero e proprio terrore. Sfortunatamente, tali percezioni furono riportate sia con il marchingegno acceso che spento, probabilmente a causa delle dichiarazioni preliminari all’esperimento: “Se dici ad un soggetto suggestionabile che è possibile che sperimenti strane sensazioni, alcuni di questi lo faranno” riporta French. In ogni caso gli studiosi pensano di essere in grado di spiegare in modo definitivo gli strani fenomeni creando un nuovo locale, in grado di riprodurre in modo più fedele i complessi campi magnetici della stanza degli Arazzi del castello di Muncaster, grazie ad avvolgimenti elettrici più sofisticati ed invisibili.
Dr Jason J Braithwaite: è ricercatore in psicologia cognitiva presso l’Università di Birmingham, il suo campo di interesse spazia dalla percezione normale ai fenomeni legati alla psicopatologia (come le allucinazioni ed i deliri nella schizofrenia).Si occupa inoltre di neuroscienza cognitiva delle esperienze insolite (Out of Body Experience, Near Death Experience) nel tentativo di spiegare il normale funzionamento del cervello attraverso le derive patologiche dello stesso.
Prof. Christopher French: insegna psicologia presso l’università di Londra ed è fondatore dell’unità di ricerca in psicologia dell’anomalia presso la stessa università. Ha prodotto svariate ricerche nel campo della psicologia dei fenomeni paranormali e delle credenze sul paranormale, e si occupa di scoprire e spiegare gli effetti che le emozioni hanno sulla cognizione (in particolare sugli effetti dell’ansia sulla memoria, immaginazione, attenzione ed interpretazione degli stimoli ambigui).

La copertina del numero in cui appare parte di questo articolo.
Questa è la versione completa dell’articolo originariamente apparso sulla rivista “Scienza e Paranormale”, numero di Settembre-Dicembre 2009, edita dal C.I.C.A.P. (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze).