Lo stress può danneggiare il cervello fino al livello neuronale?
La risposta, laconica e stringata è: decisamente sì.
Le reazioni elencate sono molto comuni, ed è possibile che almeno una volta (o più volte nella vita, magari in modo ciclico), ogni individuo possa aver sperimentato situazioni stressanti così intense e pervasive da essere considerabili eventi di difficile risoluzione.
Questo tipo di eventi sono riscontrati sovente durante i percorsi di psicoterapia che conduco presso il mio studio di San Donato Milanese. In questi percorsi, costantemente vengono riscontrati segni e sintomi che mettono in luce il ruolo patogenetico (cioè di generare malattia, disagio) dello stress, sia acuto che cronico.
Lo stress cronico, in particolare, tende ad essere un nemico “silente”, poiché le risposte di resistenza alla tensione continua tendono a mascherare le reazioni corporee e cognitive, fino a determinare un esaurimento totale delle risorse dell’individuo.
Ad esempio, continui litigi in famiglia, superlavoro, mancanza di attività fisica, perdite e lutti importanti, possono condurre il cervello ad una serie di “manovre di emergenza” atte a segnalare la necessità di porre uno “stop” alla situazione stressante, che però spesso non viene riconosciuta e portata all’estremo.
Il responsabile n°1 di tali reazioni è una sostanza chiamata Cortisolo (è il corrispettivo naturale, endogeno del Cortisone, nota molecola antinfiammatoria steroidea dai molteplici effetti collaterali, ben conosciuti a tutti).
Il Cortisolo (in origine sostanza che promuove l’adattamento) è secreto dalle ghiandole surrenali in situazioni di forti richieste ambientali, e, a lungo andare produce effetti comportamentali importanti, nonché effetti cognitivi ed emotivi invalidanti nella vita di tutti i giorni (si parte dall’insonnia all’aumento di peso, per arrivare all’iperglicemia all’irritabilità ed a veri e propri “buchi di memoria”). Inoltre, a lungo andare, continue reazioni determinate dallo stress, tendono a rendere manifesti anche disturbi della sfera psichica come ansia, attacchi di panico, depressioni, difficoltà di adattamento…
Il punto è che la secrezione di cortisolo e le reazioni allo stress devono avere durata limitata nel tempo, e non divenire l’unica reazione cronica disponibile.
La cronicizzazione causa una iperattività dell’Amigdala (una piccola porzione di tessuto nervoso che si trova nei lobi temporali di ciascun emisfero, ed ha il compito di segnalare il disagio e la paura…), con conseguente diminuzione di attività dell’Ippocampo (altre regione cerebrale importantissima, poiché contribuisce alla formazione dei ricordi, ed è una delle poche porzioni del cervello in cui nascono nuovi neuroni).
Questo conduce ad una perdita di materia cerebrale,soprattutto a livello corticale nella porzione prefrontale-orbitale (sede della capacità di concentrarsi, del ragionamento e dell’inibizione di alcuni comportamenti (come ad esempio quelli aggressivi).
Per contrastare questi effetti deleteri dello stress vi sono molte vie, ma le principali e più efficaci sono tre:
-L’attività fisica (qualsiasi, meglio se svolta all’aperto);
-La meditazione (anche qui le opzioni sono molteplici, si passa dalla meditazione formale Vipassana, alla Mindfulness ad altre tecniche strutturate in senso psicoterapeutico, come ad esempio il Training Autogeno);
-L’insegnamento di tecniche di fronteggiamento efficaci, e di rivalutazione delle situazioni con il relativo aumento delle capacità e del senso di sicurezza personale.
Presso il mio studio di San Donato Milanese, offro percorsi di rilassamento e di meditazione guidata integrata ad interventi di psicoterapia, allo scopo di fornire supporto nei momenti di particolare bisogno.
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